 Caserta - Segni particolari: grande talento e grande intelligenza cestistica. Passatore sopraffino, crea il gioco per sé e per i compagni. Definizione piuttosto vaga, quindi proveremo a restringere il campo: è alla sua prima esperienza in Italia e indossa la casacca n. 14 della Juvecaserta. Se vi state ancora chiedendo di chi si tratti, allora non conoscete o non avete ancora avuto modo di apprezzare le gesta di Tim Bowers. Il leader silenzioso di una Pepsi che vola in classifica (è seconda a quota 12 punti insieme con l’altra campana, l’Air Avellino) mentre il suo pubblico adorante vola con la fantasia: nemmeno nelle più rosee attese avremmo immaginato un inizio di campionato tanto appagante; merito dello splendido gruppo costruito dal duo bianconero Coldebella-Sacripanti, di cui Tim Bowers fa parte integrante. Cosa puoi dirci della vittoria di Bologna? Che valore hanno questi 2 punti in classifica? "È stata indubbiamente una vittoria molto importante perché ci ha consentito di muovere la nostra classifica. Prima di Bologna eravamo a pari punti con la stessa Virtus e con Biella; ad appena 2 punti di distacco c’erano Milano, Treviso, Cantù. Ecco, io credo che avevamo bisogno di questa vittoria per distaccarci dalle altre, macinare punti importanti e prendere coscienza del nostro valore". Domani arriva Cantù: la chiave potrebbe essere la difesa? Del resto contro Bologna tu, Koszarek, ma soprattutto Ere avete magistralmente tenuto un certo David Moss… "Beh, questo è certamente possibile, ma credo che ogni gara sia una storia a sé. Ad esempio, contro la Virtus, abbiamo dovuto cercare soluzioni diverse, data la loro indubbia efficacia difensiva, la migliore del campionato; ogni avversario ha distinte peculiarità, ed è su quelle che occorre concentrarsi per ottenere risultati positivi. La chiave è tutta lì". Cosa pensi di Caserta e in generale del campionato italiano? Lo scorso anno giocavi ad Israele, nell’Hapoel Jerusalem, quali sono le differenze con la nostra Lega A? "Per quanto riguarda la città, è piccola ma molto carina, e ciò che colpisce è la gente e il suo calore che ti avvolge e che fa molto piacere. Quanto poi al campionato italiano credo sia molto prestigioso. Si gioca uno dei migliori basket del vecchio continente. Inoltre, l’Italia ha un’egregia rappresentante in Eurolega, che è la Montepaschi Siena, squadra solida, cinica, concreta e che in Europa potrà farsi valere. Sicuramente è uno sprone importante giocare in un campionato così seguito". Il vero segreto di questa Juve è il gruppo? "È scontato, ma ti rispondo di si. Non è più un segreto che è proprio il gruppo il nostro punto di forza. In una squadra non è sufficiente avere giocatori tecnicamente bravi: ciò che conta è essere uniti anche fuori dal campo, perché l’amicizia al di fuori aiuta sul campo". Pochi giorni fa è stato un giorno molto importante per voi americani: il Ringraziamento. Come lo hai trascorso? "L’ho trascorso insieme a tutta la squadra e alle nostre famiglie. Abbiamo cenato insieme e siamo stati davvero bene. Come da tradizione c’era anche il tacchino… Se non fossi stato un giocatore, cosa avresti fatto? Data la tua intelligenza, mi verrebbe da dire l’ingegnere… "Eh eh, grazie! Non so, probabilmente mi sarebbe piaciuto allenare, soprattutto i bambini, perché è in tenera età che si insegnano i fondamentali di questo incredibile sport…" Valentina Romitelli |